Dato che sempre più spesso i videogiochi vengono considerati come "l'Ottava Arte" (a giusta ragione) e in Italia il mercato inerente ad esso, a livello produttivo si intende, è in costante aumento, il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, hanno firmato le disposizioni applicative del credito d'imposta destinato alle Software House Italiane. Finalmente.
Questo cosa significa? Per ora effettivamente ancora nulla di concreto, ma il provvedimento mira a incentivare e supportare lo sviluppo di videogiochi made in Italy tramite il riconoscimento ai team di sviluppo di un'aliquota d'imposta pari al 25% del costo di produzione, per un ammontare annuo massimo di 1 milione di euro. Per poterne usufruire, le software house dovranno soddisfare alcuni requisiti:
- sede legale all'interno dello spazio economico UE;
- essere soggetti a tassazione in Italia;
- capitale sociale e patrimonio netto non inferiori a 10.000 euro ciascuno;
- un importo non inferiore al credito d'imposta riconosciuto dovrà essere speso all'interno dello spazio economico europeo.
Comunque sia, l'aiuto fiscale non potrà superare complessivamente il 50% dei costi di produzione totali. Prima di divenire pienamente operativo, il provvedimento sarà soggetto ad approvazione da parte della Commissione Europea UE.
“I videogiochi sono frutto dell’ingegno creativo ed è giusto che, analogamente a quanto avviene per il cinema e l’audiovisivo, possano ricevere un sostegno, se riconosciuti come opere di particolare valore culturale. In Italia il settore è in crescita esponenziale, con numerose start up di under 30 in grado di sviluppare prodotti di elevata qualità, attrarre le grandi produzioni internazionali e far crescere i giovani talenti. Si tratta di vere e proprie officine creative, che meritano ogni sostegno e possono contribuire a nuovi modi di conoscere e di apprendere” ha dichiarato il Ministro Franceschini.